La rotta...

La cosa più importante per chi non ha potere è avere almeno un sogno
Da "La terrazza proibita" di Fatima Mernissi

sabato 31 dicembre 2016

Buon 2017. Io riparto da qui.



Nel 2016 mi sono state portate via le “cose” più care.
Di tante altre “cose” me ne sono liberata io.

Ma ho trovato nell'essere estranea o straniera, altre “cose” belle, altri modi di guardare e perché no, di vivere. Le “cose” belle di questo anno si contano con le dita di una mano, ma ci sono tante persone intorno per le quali provo immensa e sconfinata gratitudine.

Aspetto questo 2017 e riparto, ancora una volta, da qui.

Da due cuccioli di uomo da veder crescere, da un nido sempre presente, da una vita da costruire insieme.

Da amiche vere, “fimmine”, da progetti da immaginare, da sogni da realizzare.  Da donne che corrono con la natura selvaggia, e che si fermano per brindare.  

Dalle scelte di dignità, e di libertà. 

Da appuntamenti già segnati in una agenda nuova tutta colorata. Da una comunità che mi ha accolto, dal nostro riconoscerci. Dai ponti che si costruiscono, e da uno in particolare.

Dalla paura che solo chi la prova sa, dal coraggio che so adesso, di avere. Dalle poche persone che hanno capito, e che ci sono state.

Dalla mia coerenza, dalla mia forza. Dalle lacrime che ho versato, e da quelle che ho trattenuto.
Dai sorrisi, e dalle risate che ho condiviso.

Dalle macerie di un impegno di una vita, dal desiderio di ricostruire. Dalla mia comunità di memoria, dal mio desiderio di impegno. Dalle delusioni più forti e dalle ferite, ma anche dagli abbracci.

Da chi mi protegge, mi guida, mi ha risollevata dal brutto per ricondurmi nel bello.

Dalle idee, che vanno avanti comunque, nonostante i veti.

Da chi mi ha preso per mano, lasciandomi camminare da sola.

Dal mio essere donna, al Sud.

Dal mio desiderio di lottare contro il potere che controlla desideri e speranze, dalla voglia di scoprirmi soggetto al margine con tutte le possibilità. Dal mio fare politica, dal piacere nel fare e vivere la democrazia.

Dalla terra che mi ha adottato e che è famiglia.

Dalla ricerca, dalla scrittura, dallo studio, dalla passione, dall’università.

Da questo blog.

Dai “miei” studenti e dalle “mie” studentesse, che mi hanno scelta.

Dal mio femminismo ritrovato.

Da matite colorate e da libri da leggere, e da scrivere.

Dalla mia terra, che continuo ancora ad amare.

Dalle sorelle che la vita mi ha messo accanto.

Da chi scelgo e da chi mi sceglie, ogni giorno.

Da mio fratello, che guarda l’orizzonte, e lo fa guardare anche a me.

Auguro a me stessa di ripartire, e di riconoscere gli attimi di felicità.
Buon anno allora, che sia un anno pieno di bellezza!!


lunedì 26 dicembre 2016

Cose belle!


Non scrivo da più di un mese, e mi dispiace. E’ stato un mese pieno di scadenze e cose belle da fare e da vivere. Finalmente seduta metto in ordine i pensieri e proverò a scrivere quanto delle ultime settimane ha attivato percorsi di riflessione e approfondimento, con un minimo di ordine cronologico!

Tra le cose belle delle ultime settimane, il convegno “Esplorare i territori mentali. L’eredità di Fatema Mernissi”. (Info e programma





“Abbiamo fatto una cosa bella”, ce lo siamo dette con Valentina Fedele alla fine di questa due giorni carica di confronto, condivisione, ricerca e studio. Bella perché volevamo mettere in comune esperienze e mondi diversi, facendo dialogare tra loro discipline e ricerche a partire dal pensiero di Fatema Mernissi; bella perché utilizzando le reti informali abbiamo attivato altre reti spontanee e libere che di sicuro continueranno a crescere. Bella, perché intorno a un tavolo le generazioni hanno dialogato nella bellezza e nell’arricchimento reciproco. Negli occhi la curiosità di chi ha sete di sapere, lo stupore di ascoltare, la gioia del riconoscersi in uno spazio condiviso. Ma bella soprattutto perché abbiamo vissuto la possibilità di vivere una “accademia” diversa, senza ansie da giudizio, senza categorie, senza confini, come la stessa Mernissi forse amerebbe dire. Abbiamo immaginato un modo diverso di condividere saperi e esperienze, nella circolarità di un momento denso di contenuti. Abbiamo dimostrato quindi, che è possibile, nonostante la fatica della “ricerca precaria”, costruire quell’idea di università e ricerca che ci tiene radicati e appassionati.


Generazioni. Centro di Women's studies Milly Villa 

Le parole giuste sono sue, a questo punto, sono proprio le sue.

"Dignità è avere un sogno, un sogno forte che ti dà una visione, un posto tuo nel mondo, là dove il tuo operato conta e come. Sei dentro un harem quando il mondo non ti vuole, quando il tuo operato non fa la differenza, e ciò che fai non serve. Sei dentro un harem quando il pianeta gira veloce e te ne stai sepolta fino al collo nel disprezzo e nell'oblio. Nessuno può cambiare tutto questo e far girare il mondo in senso opposto, sta a te soltanto. Se ti elevi contro il disprezzo e sogni un altro mondo, sarà modificato il senso della terra. Ma quello che devi evitare ad ogni costo è che il disprezzo ti penetri dentro. Quando una donna crede di non valere nulla piangono i passerotti. Chi li difenderà sulla terrazza, se un mondo senza fionde, non lo sogna nessuno?"

Fatema Mernissi, La terrazza proibita