Ricordo bene quando al termine di un pranzo conviviale e
gioioso ci comunicò di aver ricevuto una proposta, una di quelle sulle quali
riflettere insieme, una di quelle che ti cambia la prospettiva, ma che –
finalmente - ci dava la possibilità di contribuire dall’interno. Con Carlo
Tansi ne abbiamo fatte di cose.
Nell’allora coordinamento territoriale di
Libera a Cosenza avviammo un percorso serio e concreto sui reati ambientali,
formandoci insieme, lavorando come matti. Affiancati e affidandoci a una
competente equipe di ricercatori e tesisti abbiamo presentato esposti e denunce
seguendo quel bellissimo principio in base al quale, la ricerca scientifica può
(e deve) essere messa a servizio del territorio e del bene comune. Lo abbiamo fatto, firmando esposti e
costruendo rete, aspettando risposte dalle istituzioni, diffondendo sui mezzi
di comunicazione e di informazione con l’obiettivo di informare, per far
conoscere, per poter distinguere. E
quante persone abbiamo fatto innervosire… come quando abbiamo rischiato di
prendere le botte a Paola, o quando qualcuno andò a fermarlo su una frana a
Spezzano…
Ne parlammo e lui accettò, consapevoli dall’inizio che sarebbe stata
molto dura, quasi impossibile…ma sapendo
di poter portare in Regione Calabria quello stesso stile di impegno che aveva
caratterizzato gli anni precedenti. Con ruoli e situazioni differenti, ma con
lo stesso obiettivo: rendere più bella la nostra terra. E la passione non è
mancata, anzi, come nemmeno sono mancati i momenti di scoraggiamento. In
silenzio mai, ma ad alta voce – e con ogni
mezzo ─ urlando dissenso sempre però proponendo soluzioni,
alternative e scelte possibili. La sospensione “al novantesimo” che Carlo Tansi
ha subito certo fa riflettere. Fa anche male - mi permetto di dire - alla
nostra terra che ha tanto bisogno di persone competenti. Il dissesto
idrogeologico è causa di morte, e siamo stanchi di vivere nella costante emergenze
di qualcosa che viene poi dimenticato. Non c’è tempo di stare dietro a cavilli,
interpretazioni, strategie e giochi. C’è in gioco il futuro della nostra terra,
e a me non va di scherzare.
Dimostrare solidarietà su un social è troppo
facile, ma serve anche questo. E serve poi però affiancare scelte serie e
lavorare affinché chi come Carlo Tansi ha lavorato senza un attimo di tregua in
questi anni, possa continuare a dare il proprio prezioso contributo. Io da
amica continuo a condividere lo stile, l’impegno e la serietà, ma lo faccio
ancora di più da cittadina calabrese.
Consapevoli anche che una “sospensione” non ci ha mai fermato.